Safenectomia: finalità dell’intervento

Le vene degli arti inferiori sono provviste di valvole che consentono la progressione del sangue dai piedi verso il cuore e dalla superficie verso la profondità. Quando queste valvole non funzionano correttamente, a causa dell’indebolimento delle pareti delle venose e valvolari, si verifica un reflusso, ovvero un ristagno di sangue verso il basso, e una conseguente dilatazione venosa periferica.

Nella maggior parte dei casi le vene superficiali interessate da varici sono la grande safena, che corre lungo la porzione interna della gamba e della coscia e, più raramente, la piccola safena, che sale posteriormente lungo il polpaccio fino al cavo popliteo.

Per safenectomia si intende l’asportazione della vena safena.

L’intervento di safenectomia può essere eseguito sulla grande o sulla piccola safena e consiste in uno stripping (“lungo”, cioè con asportazione totale, oppure “corto”, cioè con asportazione parziale del vaso) in genere associato a flebectomie (asportazione percutanea di collaterali varicose).

Esecuzione

  • Anestesia: anestesia loco-regionale (epidurale) o generale
  • Durata: 30-60 minuti
  • Procedura:
    • piccole incisioni all’inguine e alla caviglia (o poco sotto al ginocchio) e in corrispondenza dei vari rami collaterali
    • la vena viene incannulata con apposita sonda e asportata (“stripping”)
    • bendaggio compressivo

Talvolta all’intervento chirurgico può essere associata in un secondo tempo la scleroterapia di rami collaterali residui o non asportabili chirurgicamente.

In caso di varici di entrambi gli arti inferiori l’intervento viene eseguito in due tempi a distanza di qualche mese.

 

Periodo post-operatorio

La dimissione avviene in giornata; è preferibile essere accompagnati in quanto non sarà possibile guidare la propria automobile se non a partire dal terzo giorno postoperatorio.

  • Possibile sostituzione del bendaggio compressivo già dal giorno successivo all’intervento con calza elastica di classe seconda da indossare per 30 giorni.
  • Nei giorni successivi è consigliato il movimento (brevi passeggiate).
  • Visita di controllo  3 giorni dopo l’intervento
  • L’attività lavorativa e/o sportiva possono essere riprese già pochi giorni dopo l’intervento: la loro ripresa viene concordata con il medico
  • Visita di controllo un mese dopo l’intervento.

Normali esiti temporanei sono rappresentati da:

  • ecchimosi (lividi) lungo il decorso dei tratti venosi asportati destinati a scomparire a distanza di circa, un paio di settimane circa con l’applicazione di pomate.
  • temporanei dolori o senso di bruciore, soprattutto a livello della ferita inguinale, controllabili con assunzione dei comuni antidolorifici.
  • insensibilità cutanea in alcune zone, che regredirà dopo alcuni mesi
  • iperpigmentazione delle cicatrici che in genere sparisce dopo qualche mese.

Risultati e loro durata

Negli anni che seguono l’intervento chirurgico è indispensabile un regolare follow-up specialistico per diagnosticare tempestivamente nuove possibili insufficienze venose.

Le varici asportate non possono riapparire, ma altre vene possono evolvere in varicosità nel corso degli anni e potranno essere trattate con flebectomia o mediante terapie sclerosanti.

Nella maggioranza dei casi dei casi il primo intervento di stripping è risolutivo. Nel 30% di casi è necessario intervenire di nuovo. Le controindicazioni all’intervento possono essere rappresentate da gravi patologie concomitanti o dalla compromissione del circolo venoso profondo.

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