Visita chirurgica vascolare: l’importanza di una diagnosi precoce

La circolazione del sangue avviene mediante un sistema di condotti (vasi sanguigni) che ricevono il sangue pompato dal cuore, lo veicolano a tutti i distretti del corpo e da qui lo riportano al cuore e ai polmoni al fine di riossigenarsi e di essere rimesso in circolo.

Questo sistema chiuso è l’apparato cardiovascolare, il cui fulcro è costituito dal cuore, la pompa muscolare che garantisce il movimento continuo del circolo nelle arterie e nelle vene.

Le arterie sono i condotti attraverso i quali vengono alimentati tutti gli organi e gli apparati, partono dal cuore e raggiungono tutti i distretti mediante progressive diramazioni in arterie di calibro via via più piccolo e veicolando sangue ossigenato e pulsato.

La rete capillare è la fase finale del percorso arterioso in cui il sangue, mediante una fittissima rete di connessioni vascolari, cede l’ossigeno e i nutrimenti al distretto irrorato. La rete capillare è deputata anche al riassorbimento tissutale dei prodotti di scarto derivati dal metabolismo cellulare che, assieme al sangue depauperato dell’ossigeno, verranno veicolati nel sistema venoso.

Il decorso delle vene è speculare a quello delle arterie e in senso inverso, origina a livello della rete capillare per convogliare progressivamente in vene di calibro maggiore che dalla periferia riportano il sangue al cuore. Servirà un ultimo passaggio attraverso i polmoni affinchè il cuore possa nuovamente pompare il sangue ossigenato nelle arterie e iniziare un nuovo ciclo vascolare.

La valutazione dello stato delle Arterie è pertanto essenziale per capire se la circolazione è in buono stato. Sono molteplici le cause, i fattori di rischio e le predisposizioni familiari che espongono le arterie a rischio di gravi patologie.

L’arteriosclerosi gioca un ruolo chiave nelle malattie arteriose ed è la causa principale di gravi condizioni morbose come l’ictus cerebrale, l’infarto miocardico, gli aneurismi dell’aorta addominale e la gangrena degli arti inferiori.

Tra i sintomi più eclatanti delle malattie arteriose vi è proprio la difficoltà nella demabulazione (claudicatio intermittens) segno di ostruzione arteriosa periferica.

Allo specialista è spesso sufficiente un esame clinico accurato (ispezione delle gambe, palpazione dei polsi, obiettività addominale e auscultazione del collo) per identificare o sospettare la presenza di insidiose patologie del torrente arterioso.

La visita consente inoltre di indirizzare il paziente ad un programma di prevenzione (contrastando i principali fattori di rischio quali fumo, ipercolesterolemia, obesità, diabete e ipertensione) e di riabilitazione (per preservare il più possibile il patrimonio arterioso residuo) o, nei casi più severi, verso la chirurgia arteriosa ricostruttiva.

In questo percorso il chirurgo vascolare in genere si giova di accertamenti diagnostici quali l’ecodoppler o esami radiologici di secondo livello (angioTC, angioRM, arteriografia).

Le vene raramente sono causa di quadri morbosi severi come quelli arteriosi, ma possono essere sede di patologie altrettanto insidiose e in certi casi gravate da una componente estetica non irrilevante.

L’insufficienza venosa cronica è il termine con cui si identifica una situazione di stasi venosa periferica generata da una globale inefficacia delle vene nel drenare il sangue dalla periferia verso il cuore. Le gambe gonfie, l’edema (gonfiore) delle caviglie e la comparsa di una rete capillare visibile in più punti (telengectasie) sono i primi sintomi di questa condizione.

La comparsa di dilatazione delle vene e di veri e propri gavoccioli varicosi è sintomo di una malattia in stadio già avanzato.

La diagnosi precoce di questa condizione consente al paziente di intraprendere subito una condotta di prevenzione finalizzata all’arresto della patologia.

Le conseguenze più temibili infatti sono le flebiti, le trombosi venose profonde e nei casi più severi l’ulcera varicosa.

Anche in questo caso l’ecodoppler gioca un ruolo essenziale del facilitare la diagnosi e nell’indirizzare il paziente alla forma di trattamento più opportuno, che spesso prevede l’eliminazione del ristagno venoso mediante l’eliminazione della vena. Sono a disposizione in quest’ambito diverse soluzioni che si adattano ad ogni caso specifico e che vanno dalla scleroterapia dei capillari e delle vene di calibro più piccolo, alla veno-ablazione mediante l’utilizzo del laser endovenoso alle flebectomie e stripping di vene varicose.

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